mercoledì 21 marzo 2007

Aikido cosa

Cominciamo dal titolo: "Aikido cosa ?" è la traduzione dell'espressione che la mia vicina ha usato quando le ho comunicato che sarei andato per 6 mesi in Giappone a studiare un arte marziale chiamata Aikido; l'espressione era, più o meno, " Cus'è che l'è l'Aikido ? "
Travolto dal milanesissimo accento e dallo scetticismo evidente sul suo viso ho glissato e le ho chiesto se poteva bagnarmi le piante per questo periodo.
Mi ha risposto - Ghe n'é no de problema per i piant, ma capissi no perchè te devet andàa inscì luntan, te podevet no studià quel kido lì chi in Italia ? -
Ecco si deve un certo rispetto alla disponibilità di una persona che accetta di prendersi cura delle tue piante per così tanto tempo, e probabilmente molto meglio di quanto tu lo sappia fare, quindi l'ho semplicemente salutata e ringraziata e sono tornato tra le mie mura a fare le valige.

Ma a questa domanda dovevo una risposta. Ed è una risposta semplice: sì potevo continuare a praticare Aikido in Italia, di ottimi Insegnanti ce ne sono e se uno ha passione e voglia di imparare le occasioni si trovano per crescere.

Quindi perchè il Giappone ?

Non avevo particolari fantasie e/o illusioni su questo paese prima di partire e adesso che scrivo sono a Tokyo da 5 giorni e ne ho già fin sopra i capelli di molte cose e spero presto di potermi trasferire in periferia perchè la città già non la reggo più ( ma di Tokyo e di vita giapponese più in là, ora è troppo presto). Recentemente avevo letto sul sito Aikido Journal un articolo che più o meno così suonava così: " Pellegrinaggio in Giappone " dove erano evidenziati i grandi pericoli che corre un occidentale che si trasferisca in Giappone per studiare Arti Marziali. Pericoli legati all'enorme di carico di attese che si possono nutrire verso questo paese, i Maestri che vi insegnano, le scoperte "strabilianti " che ci si immagina di fare, e le grandi possibilità di migliorare le proprie "capacità". Spesso, affermava l'autore dell'articolo, l'incontro con una realtà moooolto più prosaica di quanto ci si possa immaginare crea un tale sconforto nel pellegrino che dopo poco tempo si ritrova all'aeroporto pronto a tornare a casa.
Onestamente io mi sento immune da tali fantasie, ed ho tergiversato moltissimo prima di decidere di partire, temevo la mancanza di conoscenza della lingua, un sistema ed un "atmosfera" didattica dell'Aikido diversa da quello a cui ero abituato, e non ultimo per il mio non più giovane fisico.
Sono venuto in Giappone perchè la passione per l'aikido mi ha travolto un paio di anni fà e volevo fare un esperienza di pratica il più intensa possibile nel luogo forse più importante e simbolico di questa Arte Marziale. Se tutto va bene poi il mio obbiettivo/desiderio/, visto che cominciando così tardi (37 anni ) mica posso diventare un fenomeno internazionale, è quello un giorno di potere un giorno insegnare, mi piacerebbe moltissimo, un soggiorno in Giappone può fare un pò curriculum per dirla in termini terra terra ( azz quanto costa ammettere le proprie vanità/debolezze in pubblico)

Quindi eccomi qui a Tokyo, stanco morto dopo un giorno di treno passato per andare a visitare il tempio di Kashima, ad iniziare un blog, che ho sempre detestato preferendo i forum, promettendo di utilizzarlo solo per dare informazioni e testimonianze di quello che vedrò in questi mesi all'Honbu Dojo e sperando di rendere anche un piccolo servizio a chi è interessato all'Aikido. Da qesti mesi mi aspetto moltissima frustrazione, qualche soddisfazione, molto sudore e, se va bene, qualche piccola illuminazione quà e là


Gambatte ne !

(una cosa tipo "forza e coraggio" se ho capito bene)

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start