martedì 27 marzo 2007

Inaspettatamente in pizzeria…

…abbiamo fatto un incontro veramente interessante. Siamo andati in una pizzeria con degli amici italiani ed una coppia di giapponesi che parlavano italiano molto bene ( lui si fa chiamare “Gennaro” ha vissuto a Napoli ed insegna italiano all’Università qui). Ci era stato detto che la pizzeria apparteneva ad un italiano, Carmine Cozzolino, che vive da molto tempo in Giappone e possiede 7 od 8 ristoranti. Mi aspettavo un qualche tipo di emigrante,
orgoglioso del suo successo, nostalgico dell’Italia e forse un po’ noioso. Non avrei potuto sbagliarmi di più. Si è dimostrato una persona semplice, diretta e con una bella capacità di raccontare storie. Verso la fine della cena infatti Carmine è apparso ed ha iniziato a chiacchierare con noi del Giappone, dopodichè ha detto “ mi siedo un attimo perché è bello parlare italiano ogni tanto” e quell’attimo è durato più di un’ora, innaffiato da due superbe grappe (una era Sassicaia che persino un semi-astemio come me ha gradito) che ci ha offerto. Quando io ed Andrea gli abbiamo detto che eravamo qua per l’Aikido, ha iniziato a raccontarci la sua esperienza. Carmine è arrivato in Giappone per…l’Aikido naturalmente. Questo non me lo aspettavo proprio. E’ arrivato verso la fine degli anni ’70 quando l’hombu dojo non era certo quel porto internazionale che è adesso. Ci ha detto che veniva da Londra dove aveva praticato nel dojo dove aveva insegnato Chiba, ed appena entrato all’Hombu Dojo c’era…Chiba che gli ha chiesto “you must be Carmine”. Chiunque conosca anche solo un po’ la figura del M° Chiba sa che c’è da tremare anche se ti dicesse “Hello” tutto sorridente. Carmine ci ha detto che lui era già ben allenato, ma dopo quella lezione rientrando a casa ha seriamente pensato di mollare con l’Aikido. Tra i pochi che seguivano Chiba durante quella lezione c’erano anche il M° Numoto ed il M° Yamada…facile immaginare quale potesse essere il livello.


Carmine, io ed Andrea.

Fortunatamente Carmine non ha smesso di fare Aikido, anzi ha seguito il M° Chiba, tanto che quando il M° ha dovuto smettere di insegnare all’Hombu per la semplice ragione che quasi nessuno seguiva le sue lezioni e si è ritirato in un monastero, lui ed altri allievi andavano a trovarlo per farsi fare lezione ( nel prato !) e potergli pagare qualcosa per il suo sostentamento. Altri tempi. Carmine ha proseguito sino al 5° Dan , anche se adesso ci ha confessato che è da un po’ di tempo che non si allena, ma ha promesso che si farà vedere ad aprile. I suoi racconti sono stati molti di più ( come è fare da uke a Seigo Yamaguchi), e sono stati molto interessanti. Ci ha detto come quando Chiba entrava sul tatami l’atmosfera cambiava immediatamente, facendosi densa, sembrava quasi che si portasse dietro la tempesta. Sempre nel parlare di Chiba gli ho fatto alcune domande, poiché spesso mi era stato detto che tirasse la tecnica sempre al massimo e peggio per uke se non ce la faceva ( Erik Louw ne sa qualcosa); di fronte a questi racconti mi veniva spontanea una semplice obiezione: il M° accettava anche dei veri attacchi a fronte delle sue esecuzioni dure ? ( dubbio che ho spesso )…la risposta di Carmine è stata semplice: si. Ci ha detto che c’erano dei “cristoni” ( spesso americani) grandi e grossi che lo attaccavano a tutta forza per saggiarne le capacità, ma, a dire di Carmine, non avevano nessuna possibilità, semplicemente Chiba non concedeva aperture. Adesso il dubbio me lo sono tolto, almeno per Chiba, gli altri…chissà.
Una delle cose che mi è piaciuta di più è che nonostante la sua formazione aikidoistica sia stata così all’insegna di una pratica dura, Carmine non ne fa una bandiera e ha ripetuto spesso che Aikido è apertura del Ki verso l’altro, e che senza questa disponibilità non c’è Aikido. Ecco, per me che sono spesso sospettoso e critico di affermazioni sull’Aikido che siano troppo filosofiche e/o para-spirituali ( spesso provenienti da chi non mostra di vivere al massimo grado la fatica del tatami) è stato un piacere ascoltare una semplice affermazione di fede da chi è cresciuto con quello che molti, oggi, se lo sperimentassero di persona,sono sicuro, lo definerebbero il lato oscuro dell’Aikido.
Alla nostra domanda se avesse voglia di tornare in Italia ci ha fatto capire che nei prossimi anni potrebbe e ritornare, e ci ha anche detto che avrebbe voglia di insegnare. Se così sarà di certo farò una visita al suo Dojo.
Un inciso: mentre noi eravamo in aikidoistiche cose affaccendati il buon “Gennaro” è dovuto andare a casa con la moglie e la figlia…senza pagare il conto ! nomen omen si dice, no ?

[ ehi Gennà…se mi leggi non te la prendere, è uno scherzo…ma la prossima volta paghi tu :-) ]

1 commento:

Fabio ha detto...

ciao Simo...ti faccio tanti auguri di una buona pasqua italiana...ti informo che ieri mattina mi sono andato a tagliare i capelli, naturalmente non gli ho tagliati molto...finchè li ho me li godo :)
salutami la Ross e fai tanti auguri anche a lei...a risentirci...ribadisco; passa dal mio blog quando vuoi...ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuu