lunedì 2 aprile 2007

Inizia l'Academy...con sorprese

Finalmente io e Rossana cominciamo l’Academy. Arriviamo all’Hombu un po’ prima della lezione che comincìa alle 18.30 e alla reception riconosco Seki sensei che insieme a Kanazawa ( assistente del Doshu) sarà il nostro insegnante. Quando chiedamo alla signorina – Academy fourth floor ? – lui ci guarda e noi ci presentiamo; quando capisce che veniamo dall’italia dice solo – Ah, Fujimoto sensei ? – e noi annuiamo anche se in realtà non abbiamo mai fatto lezioni con il M° Fujimoto, ed io l’ho visto solo ad un embukai a La Spezia nel 2005, ma non mi sembra il caso di specificarlo, poi in fondo nella domanda di ammissione abbiamo messo lui come riferimento essendo il nostro shihan designato.

Saliamo a cambiarci eppoi di corsa a questo benedetto 4° piano. Quando ci affacciamo sul tatami quello che era un sospetto diventa una certezza: questo corso è destinato solo ai giapponesi, di gajin (onnipresenti qui) neanche l’ombra. Salutiamo e andiamo a sederci. Prima di partire avevamo messo in conto che non avremo capito niente, ma come sempre tra il dire ed il fare….siamo circondati a destra da una vociante schiera di giapponesine taglia piccola, a destra da giapponesini taglia media che più dignitosamente parlottano dandoci di tanto in tanto delle occhiate fugaci: mi sa che ci vorrà un po’ a farci accettare. Mancano 5 minuti all’inizio della lezione quando ecco la prima sorpresa: entra un gaijin alto, capelli lunghi, faccia simpatica con indosso un ENORME gi indiscutibilmente appena comprato alla reception. Il gi nuovo insieme all’impaccio evidente con cui si muove sul tatami me lo indica come un principiante assoluto. Magneticamente attratto dalla nostra occidentalità viene a sedersi davanti a noi. Intanto io e Rossana ci scambiamo qualche commento sulla situazione. Qualche momento dopo il tizio si gira e fa- scusate ma siete italiani ?- ahahahahah…non ci possiamo credere, l’unico occidentale è un…italiano. In pochi secondi ci scambiamo le informazioni chiave: si chiama Davide, è di Milano ma lavora in Oriente da molti anni e adesso si trova in Giappone da qualche mese ed ha deciso di provare a fare un arte marziale ed alla fine si è iscritto all’Academy. Ma ecco che entrano Seki e Kanazawa. Ci salutano e poi Kanazawa comincia una lunga ed incomprensibile filippica, l’unica cosa che capiamo è che ad un certo punto si rivolge a noi e ci chiede se parliamo giapponese, in giapponese va da sé, ed io rispondo – sukoshi ( poco) –al chè ci dice – Gomenasai ( chiedo perdono)- e via che ricominicia a parlare dell’Aikido. Poco dopo si si sente un certo trambusto venire dal corridoio, Seki e Kanazawa si alzano, un ragazzo giapponese gonnato entra trafelato con una macchina fotografica in mano, che succede ?
ma certo, è lui…il Doshu in persona che fa il suo ingresso. Adesso oramai la vista del Doshu mi è diventata familiare, spesso al mattino dopo aver fatto la lezione dei principianti lo vedo arrivare puntuale alle 9.00 da casa sua, attaccata all’Hombu, in ciabatte mentre l’assistente junior lo aspetta deferente all’ingresso con le sue ciabattine preparate in modo che possa indossarle al volo. Il doshu ci tiene un discorso in piedi sul tatami, poi facciamo delle foto un saluto veloce e finisce tutto.

Inizia la lezione. Seki sensei, che credo sia lo Shihan per la Russia e questo d’amblè me lo qualifica come tosto, inizia subito. Riscaldamento, 10 minuti per introdurre ushiro-ukemi e via che si parte con….katatedori shihonage ura. Questo non me lo aspettavo. Praticamente passiamo tutta l’ora a costruire pezzo per pezzo questa tecnica. A coppie, muovendosi insieme, seguiamo i suoi comandi. Il lavoro è metodico, si prova e riprova ogni pezzo a turno, poi lo si assembla lentamente e dopo una mezz’ora i comandi del M° iniziano a farsi più rapidi e secchi. Seki mi ha messo in coppia con Davide, il quale naturalmente ha qualche problema. Pronti via alla prima lezione è difficile ricordare di tenere la guardia giusta, di ruotare quando il M° dice tenkan, di tagliare come se le braccia fossero una spada ( ah la tegatana questa [ a me ] sconosciuta)

Ma comunque se la cava bene, ha una certa velocità di comprensione che lo salva. Anche perché Seki non continua l’esecuzione se tutti non sono giusti i nelle loro posizioni. Io non capisco i comandi, ma la la ritmicità con cui vengono dati aiuta molto. Seki insiste molto sul fatto di NON chiudere la tecnica portando uke a terra, ma vuole che a metà della chiusura lo si lasci andare per permettergli di fare la sua caduta, e soprattutto credo voglia enfatizzare l’idea del taglio verticale davanti a sé e non quella di spingere e/o buttare uke a terra. Do qualche dritta a Davide e piano piano migliora, anche se poi inaspettatamente Seki introduce omote ed è un piccolo shock per lui. Rossana non riesco a vederla perché le dò le spalle, ma ad un certo punto vedo che Seki si ferma perché le si è sciolto il nodo alla cintura. Rossana rimane piegata a sistemarsi il nodo mentre tutta la classe attende e Seki la guarda. Potrebbe essere imbarazzante, anche perché non alza lo sguardo e non si accorge che tutti la guardano, mi vien quasi paura che il M° si irriti con lei, ma lui aspetta pazientemente. Finalmente riesce a rimetterlo a posto; lei non si è accorta di niente, dopo quando le ho detto cosa era successo si è sorpresa ma adesso il nodo lo controlla con MOLTA attenzione prima di iniziare. Personalmente ho trovato molto utile questo tipo di lezione, il modo ripetitivo dell’esecuzione è il tipo di lavoro di base che stavo cercando; di nuovo ho visto che shihonage Seki lo vuole fatto con una mano, cosa a cui non ero abituato.

La lezione finisce con una bellissima nota di colore, Seki porta sul tatami un enorme e consunto libro delle presenze e fa….l’appello ;-) mi sembra di essere tornato indietro di 30 anni !
Quando arriva a me, Rossana e Davide incespica un po’ coi nostri nomi, ma ognuno di noi diligente risponde forte e chiaro come si deve...

AI ! -

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo sviluppo dell'attenzione (zanshin), comincia dalle piccole cose: ad esempio il nodo della cintura. La consapevolezza, è sapere sempre in che stato si trova (il nodo). Ciao, che bello!

Sbaguz ha detto...

Sbricco!!!
Non mi aspettavo proprio questa tua vena di ispirato narratore... Bravo!
Comunque sappi che rosico !!! Eccome se rosico: tu all'Hombu Dojo a fare l'Aikido Academy ed io che, per seri motivi di salute, da parecchi mesi non tocco un tatami e chissà ancora per quanti non lo farò... :(

Fabio ha detto...

DAI SERGIOOOOOOOOOOOOOOOO!!!hai così fretta di prenderle???ahahahaha dai scherzo...spero che tu possa tornare il prima possibile...ci manca qualche vecchiotto...
Simo...ricordati di passare dal mio blog...ti ho pure linkato, così ti faccio pubblicità...
ciao...salutami la Ross

Sbaguz ha detto...

"Vecchiotto" a chi ?!?!?! ;)

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

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Have a good 2010 !!