mercoledì 9 maggio 2007

L'Anniversario della morte del Fondatore



Dopo l'interruzione della "golden week" siamo tornati al lavoro e le mie condizioni peggiorano invece che migliorare, oramai passo le serate a guardare film scaricati da sant'Emule ( la tv giapponese è inguardabile come la nostra) con il ghiaccio su entrambe le ginocchia, mentre osservo ogni tanto degli enormi calli ossei che formano delle colline indesiderate sui miei piedi.

Un po' in ritardo voglio darvi un resoconto della commemorazione della morte del Fondatore che si è tenuta all'Hombu il 26 Aprile. Noi dell'Aikido Academy ci siamo dovuti presentare comunque a lezione anche se vestiti in borghese perché il solerte Kanazawa sensei potesse annotare la nostra presenza sul librone apposito. Poi siamo andati giù al 3 piano dove piano piano si è radunata una piccola folla ed è apparso il Doshu che ha tenuto un breve discorso, poi le luci sono state spente ed è cominciata la proiezione di 3 VHS che è durata circa 45 minuti. Il più interessante è stato il filmato di quella che mi è sembrata una dimostrazione-presentazione dell'Aikido, quasi sicuramente del periodo anteguerra. Che sia anteguerra lo evinco io dai baffoni che Ueshiba portava, e dall'atmosfera ( con tanto di enorme bandiera giapponese sullo sfondo ) vagamente militaresca. Non so se questo filmato sia in possesso solo del Doshu o se ad esempio il tentacolare S. Pranin dell' Aikido Journal lo offra in qualche in dvd speciale sul suo sito, certo io non lo avevo mai visto in Rete, neanche in alcuni vecchi filmati ( che ci ho messo una vita a scaricare) chiamati "old footage" che si possono trovare sul benemerito mulo. Il filmato mostra un Ueshiba marzialissimo che mostra alcune tecniche davanti ad un gruppo di praticanti e poi segue con attenzione l'allenamento. Poi passa ad una dimostrazione lui da solo con un alcuni uke. Quando dico marzialissimo intendo dire che la postura e l'attitudine sembrano lontane anni luce da tutto quello che avevo visto sinora. In particolare lo zanshin viene mantenuto dopo l'esecuzione della tecnica con una solidità di postura e intensità di intenzione veramente notevole. Purtroppo è accaduto durante la proiezione di questo filmato anche un fatto increscioso, saranno 20 anni che non uso questo aggettivo, ma assolutamente comprensibile: in un passaggio si vede Ueshiba al centro circondato da una decina di omini col jo che lo attaccano tutti insieme e lui ne esce emettendo il suo famoso Kiai, il fatto è che il sonoro dell'epoca trasforma il kiai del Fondatore in un urletto strozzato e stridulo oggettivamente ridicolo per cui in sala, oops volevo dire sul tatami, si sono sentiti dei risolini che poi si sono trasformati in aperte risate quando nella scena dopo Ueshiba viene sommerso dai soliti omini che poi vengono scaraventati via con il medesimo urletto. Non sto parlando di un pubblico di miscredenti o buzzurri, ma di gente che quotidianamente viene a farsi il mazzo, e gli occidentali con ancor più sacrifici, sul tatami per praticare ciò che quell'ometto con i baffoni ha creato. Eppure...hanno riso. Pur non essendo formalista un fideista (mantengo sempre un occhio critico) un po' mi sono dispiaciuto per quelle risa. Il resto dei filmati invece sono stati più normali di quelli che si possono vedere ovunque in Rete, con in più una chicca, una dimostrazione di Kisshomaru Ueshiba con uke un quasi irriconoscibile Endo con i capelli neri e l'attaccatura dei capelli così bassa da farlo sembrare un pastore sardo ( non me ne vogliano i pastori che leggono il blog ).

Riaccese le luci in quattro e quattr'otto uchideshi e sensei hanno sistemato tavolini su tutto il tatami e servito nipposnack insieme ad enormi bottiglioni di sakè. Ma prima di bere ci siamo sorbiti, invece del sakè appunto, degli interminabili discorsi di alcuni anzianissimi praticanti che probabilmente hanno rievocato le loro esperienze con il Fondatore, raccontando sicuramente cose interessanti e/o divertenti, peccato che al solito non si sia potuto capire la solita mazza. Devo dire che è stato anche per questa esperienza insieme allo stage con Tada che qualche giorno dopo non sono andato ad Iwama per l'annuale celebrazione all'aiki jinja, la sola idea di rimanere in seiza ad ascoltare un adulto giapponese parlare per più di 5 minuti mi metteva i brividi, ad Iwama ci tornerò nei prossimi mesi con calma e da solo.



Dopo un breve discorso del Doshu finalmente abbiamo aperto i bottiglioni di sakè ( chi ci ha provato prima è incolto nelle ire del maestro di cerimonie, l'ottimo M° Sugawara) che si è dimostrato buonissimo, anche per un semi-astemio come me. Dopo una mezzora TUTTO il sakè disponibile al 3° piano è finito e parecchi si sono rialzati dal tatami brilli. Con la solita efficienza tutto è stato smontato e la gente è stata invitata ad uscire. Credo che però del sakè per il Doshu, sensei ed uchideshi ne sia rimasto, mi hanno detto che la mattina dopo alla lezione delle 6.30 i volti erano segnati ;-)





L'effetto ritardato del sakè l'ho sentito anche io, ed ho iniziato a dare atemi a destra ed a manca iniziando a rovinarmi la reputazione, per poi distruggerla per sempre ( insieme alla mia carriera aikidoistica) qualche attimo dopo fuori dall'edificio, stavo parlando animatamente con un israeliano di Seki sensei ( a proposito qui c'è un club di pacati ammiratori di Seki a cui mi sono subito iscritto) quando un ragazzino si è avvivicinato facendoci segno di abbassare la voce che stavamo disturbando e, se possibile, di menare le tolle. L'ho preso per un coscienzioso ragazzo nipponico, ma l'israeliano m'ha detto che era meglio andarsene e qualche passo dopo m'ha detto che quello era il Waka Sensei...meglio di così non mi poteva andare, spero mi abbia scambiato per un qualche russo di passaggio ;-()


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, che bello condividere queste cose. I più ne sentono parlare oppure non ne sanno assolutamente nulla. A presto, Andrea

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e