domenica 27 maggio 2007

L'inquilino del 3° piano...

AL 3° piano dell'Hombu Dojo sono sicuro che vive una persona, ma non riesco a vederla quasi mai, solo ogni tanto di Mercoledì pomeriggio la intravedo, ma non sono mai certo che sia la stessa...la targhetta di legno sul muro dice Sign. Endo ma si sa che con gli ideogrammi si possono prendere grandi cantonate !


Scherzo va da sè, ma neanche tanto. Voglio raccontare della lezione di mercoledi scorso di Endo Sensei perchè è stata veramente notevole, così notevole che più volte nei giorni dopo se ne è parlato all'hombu, soprattutto chi c'era stato ne parlava in modo entusiasta a chi non era stato presente.

Non vorrei dare l'idea che questo blog diventi Endo-centrico perchè non è mia intenzione, nè corrisponde al mio sentimento considerare solo questo M°, oggettivamente però va detto che le sue lezioni difficilmente ti fanno uscire dal tatami indifferente, nel bene come nel male.
All'inizio, ed adesso parlo di me, è stato un disastro, ero in ritardo ed io non sono mai in ritardo, in 2 anni e mezzo che pratico sarò arrivato tardi ad una lezione non più di due volte. E siccome esiste la telepatia, ma non la si può dimostrare ;-) , mentre finivo di cambiarmi precipitosamente nello spogliatoio e mancavano 2 o 3 minuti all'inizio della lezione ho avuto un lampo " adesso viene nello spogliatoio"... ma appunto non erano ancora le tre e mi sono detto che erano fantasie. Bè, stavo stringendo il nodo alla cintura quando vedo oscillare la tenda blu che separa il tatami dallo spogliatoio e spuntare la testa del M° Endo che da una rapida occhiata in giro e poi mi guarda con quel suo sguardo un pò divertito, un pò sardonico...e poi risparisce dietro alle tende. Azzo ! e dire che mi avevano avvertito che Endo le fa spesso queste improvvisate, comunque ho sbatacchiato lo sportello dell'armadietto e mi sono precipitato dentro, dove Endo era già in seiza per il saluto. E vabbè...

Poi dopo un riscaldamento insolitamente breve Endo ha attaccato con morotedori kokyu-nage, scelta comune a quasi tutti i sensei quella di cominciare la lezione con un kokyu-nage. L'Aiki provvidenza è stata buona con me ed ho trovato un partner giap molto bravo, con il quale abbiamo cominciato a praticare molto piano per una decina di minuti poi lentamente accellerando, sino a finire la lezione a pieno ritmo dopo che si è accorto che mi rendevo disponibile al 100 % come uke. Ma cosa c'è stato di così differente in questa lezione da farne parlare nei giorni dopo ?

Dopo una lunga pratica di yokomen ikkyo Endo ha preso una lunghissima pausa per spiegare come e perchè poteva nascere ikkyo dopo l'esecuzione ed il controllo di yokomen. Tutti, compreso il mio partner, cercano di posizionare la mano che farà il taglio sotto il braccio di uke in modo da rialzarlo verso di lui. Al contrario Endo ha mostrato come non fosse questo il giusto approccio all'esecuzione. Ha chiamato un uke molto bravo ed ha mostrato come dopo yokomen Tori deve solo mantenere il contatto con uke ed aspettare che sia lui a cercare di ritornare in una posizione più stabile e mentre fà questo, e solo allora, stà a Tori "prendere" questo movimento, energia, per usarlo per costruire ikkyo (omote in questo caso).
Ma stavolta ha approfondito il concetto proponendo un interessante esercizio: ha chiesto al suo uke di ripiegare il braccio contro la spalla mantenendo il pugno chiuso e di spingere verso l'alto. Ha chiesto che Tori non "combatta" con questa spinta ma che la senta, dicendo "only touch, touch, touch", e la defletta spostando delicatamente uke nella direzione voluta. Ora ha fatto questo per qualche secondo, poi ha invertito i ruoli ed ha fatto lui da uke per un bel pò, il suo uke era vagamente in imbarazzo, ma ci ha permesso di assistere ad un bellissimo spettacolo: Endo seguiva gli spostamenti del suo uke come fosse una sorta di elastico, si vedeva benissimo come ad ogni spostamento dell'altro il suo adeguarsi, anche in posizioni difficili, lo scuoteva dalla testa ai piedi, si sarebbe detto che non ci fosse nulla di rigido in lui, solo un mezzo di trasmissione di energia. Quando poi l'uke lo portava nella condizione di poter eseguire ikkyo omote si piantava in una posizione stabile, ed a ogni tentativo di tori di entrare lui rispondeva arretrando: ha commentato questa situazione dicendo che lui stava prendendo il ki di tori...tori dunque per potere fare la tecnica doveva riprendersi il ki sviandolo ( come nel gioco del pugno chiuso) dalla posizione di forza ed ha mostrato come se l'altro cambia la direzione dell'entrata facilmente uke perde la sua stabilità. Ha chiamato questo processo prendere e perdere Ki. Ha detto che il Fondatore soleva dire che " Aikido is Ki musubi, Ki musubi, Ki musubi, Ki musubi, Ki musubi..."

E' molto difficile dare un resoconto scritto di una lezione simile, ma diciamo che provo a dare qualche suggestione sperando che possa essere utile.

In questa lunga pausa ha anche parlato di "meeting point" come del punto in cui fisicamente si incontrano i corpi di uke e tori, e di come la tecnica si debba sviluppare sul mantenere totale attenzione su questo punto, ci ha chiesto di continuamente "feel it, feel it, just feel ". Devo anche dire che mentre faceva da uke Endo nel momento che veniva portato a terra su ikkyo faceva una cosa stranissima con le gambe che non avevo mai visto: poniamo che l'ikkyo venga applicato sul braccio a sinistro nel momento in cui andava a terra portava la gamba sinistra"dietro" di lui facendo una torsione notevole e battendo il piede a terra per poi riportare la gamba sul davanti nella sua posizione abituale scattando come un elastico. Perdonatemi se la descrizione è contorta ma non saprei fare di più...poi prima di ricominciare la pratica ha chiesto se qualcuno stesse studiando "ikkyo kata " ( ma non sono assolutamente sicuro che abbia detto questo, ho solo capito kata) e quando ha visto il silenzio generale, nessuno ha risposto nè annuito come se capisse di cosa stesse parlando, si è un filo adontato ed ha detto che c'è gente che studia kata per 20, 30 anni e che se non lo si fà allora la pratica può diventare noiosa. Mannaggia mannaggia non sono riuscito a trovare nessuno per farmi tradurre di cosa stesse parlando e mi è dispiaciuto molto perchè su questo punto che ha messo moltissima enfasi. Siamo ritornati alla pratica di ikkyo yokomen e...bè non dovrei dirlo, ma lo dico lo stesso chissenefrega, stavolta sono stato orgoglione di me, sono riuscito a fare da uke al mio esperto partner mantenendo la pressione costante sul "meeting point" ed infatti appena lui perdeva il controllo su di me ritornavo su finchè lui non mi ri-controllava ancora usando la mia pressione per portarmi in un'altra direzione. Anche da Tori mi sono divertito, concedendomi il lusso di controllare uke solo con una mano sul braccio e portandolo a terra in questo modo, o cambiando direzione quando la mia entrata non funzionava a causa della sua maggiore stabilità. A scanso di equivoci devo dire che poco dopo nella lezione pricipianti delle 19.00 ho riprovato a fare la stessa cosa ed ho fallito miseramente, cosi miseramente che ho iniziato a pensare che in tutte quelle storie lette dove un allievo riesce a fare determinate cose in "presenza" del maestro ma quando è da solo non ci riesce più forse qualcosa di vero c'è.

Comunque l'altro aspetto che ha reso straordinaria è che Endo ha tenuto la lezione..in inglese !!!
se non tutta almeno buona parte, una roba assolutamente inusuale all'Hombu, dove al massimo i Sensei dicono tre parole tre in inglese e solo se ne hanno voglia/capacità. Alla fine della lezione scherzando si è rivolto al suo uke americano dicendogli " how was my english ?" e senza aspettare la risposta del suo imbarazzatissimo uke ha detto " perfect !" , che consolazione anche i Sensei hanno qualcosa da imparare da qualche parte.

Chiudo il post con un'altra immagine deliziosa, dopo la lezione io e Xavier eravamo seduti sul marciapiede commentando la lezione quando Endo è uscito dall'Hombu, ci ha guardato riconoscendoci ma non ci ha dato il tempo di alzarci per salutare e si è incamminato sulla sua strada con il suo fido borsello in mano e una camicina a maniche corte che rassomigliava quello che sul tatami era appena stato un grande M° ad un pensionato delle poste Giapponesi... bello, no ?

4 commenti:

Nicole Florian ha detto...

Ciao, grazie per questa piacevolissima lettura di domenica mattina! Mi sono imbattuta per caso nel tuo blog, non ci capisco un ...niente da Aikido (Aikido cosa?), ma sei un buon narratore.
Molto interessante l'atmosfera e quel mondo cosi speciale delle arti marziali.

Simone Bricco ha detto...

Arigato ;-)

Anonimo ha detto...

Bellissimo, Simone avrai un sacco di cose da farci vedere quando tornerai. Non importa se non riesci per il momento a farle in assenza del Maestro, vedrai che quando saranno sedimentate verranno fuori tutte insieme!
Un abbraccio grande

Anonimo ha detto...

E anche chi come me di Aikido non capisce assolutamente nulla ringrazia Simone....
Ciao alla paziente Rossana
:-))