domenica 14 settembre 2008

Facce da Hombu: Nicola Rossi

Gomenasai, gomenasai ( ovverosia scusa all’ennesima potenza), avevo detto che avrei chiuso il blog una volta tornato in Italia, ma che avrei prima trascritto un’intervista con un ragazzo italiano che da più di tre anni vive, lavora e studia Aikido all’hombu a Tokyo, insieme ad una piccola, semi-seria, guida all’Hombu dojo. Invece l’ultimo post data 27 Novembre 2008... a mia difesa posso dire che dopo un anno passato in giro per il mondo, il rientro in Italia è stato “pesantuccio” e, in qualche modo, non me la sono sentita più di scrivere niente. Ora che ho fatto pace con l’Italia, Milano, il lavoro, la tangenziale est, il TG 1 ed altre amenità simili sono pronto a onorare alla mia promessa.

Il ragazzo italiano si chiama Nicola Rossi, viene da La Spezia, ed è stato una preziosa fonte di informazioni mentre ero in Giappone. L’intervista è nata dalla constatazione che all’hombu c’è una nutrita pattuglia di stranieri di diverse nazionalità, ma d’italiani ce ne sono solo 2 ! e quindi mi è venuta voglia di premiare chi, lasciando tutto e tutti, si è imbarcato in un’impresa così ardua di trasferirsi a Tokyo per studiare Aikido ed allo stesso tempo lavorare per mantenersi. E lavorare con i giapponesi non è esattamente una passeggiata di salute. Tra l'altro a Maggio maggio Nicola mi ha scritto che Ito Sensei lo aveva scelto come uke per l'embukai al Nippon Budokan, un onore non da poco.
26 Settembre 2007, Tokyo, Ichigaya Yakuoji, Casa mia e di Rossana.
Nome
Nicola
Cognome
Rossi
Professione
Maggiordomo (risata) ... no scherzo, cameriere in un Ristorante spagnolo...in Giappone.
Hobby ?
Aikido, Judo, BJ ( brasilian Ju-Jitsu)
Quando hai iniziato a fare Aikido ?
Sette anni fa a La Spezia, dojo “Nippon” con il M° Zoppi, seguendo la linea del M° Hosokawa.
E, come ti è venuto in mente di venire in Giappone a studiare Aikido ?
Approfondendo la pratica in Italia con il M° Zoppi mi sono appassionato all’Aikido, poi dopo i primi incontri con il M° Tada ai suoi stage è nata l’idea di venire a vedere e conoscere direttamente il posto dove si sono originate le arti marziali nipponiche. Dopo la laurea ho fatto il primo viaggio a Tokyo, un po’ per premiarmi un po’ per mettermi alla prova.
Nicola, veniamo al punto: avevi una laurea, un lavoro, una fidanzata ed una famiglia in Italia, poi però tu hai lasciato tutto per essere qui.
Sì... ho lasciato tutto, ma non dopo il primo viaggio. Dopo 6 mesi ne ho fatto un altro ed al ritorno ho messo le carte in tavola ed ho deciso di seguire quello che per me era più importante, l’Aikido appunto.
E quale è stata la differenza che hai trovato all’inizio tra l’aikido dell’hombu e quello che praticavi in Italia ?
Una grandissima differenza. La pratica in Italia mi ha dato delle ottime basi tecniche e teoriche, ma il lavoro che ho incontrato all’hombu da subito mi si è presentato come uno studio sulla “sensibilità” nel fare Aikido, un approccio più orientato al come si vive e percepisce la tecnica sul corpo, più che allo studio della tecnica in sé. Ed è questo che mi ha catturato ed intrigato.
Me la dici una tua giornata tipo qui a Tokyo ?
Mi alzo verso le 6.00, mi lavo con acqua fredda perché le condizioni della casa non mi permettono quella calda, almeno per ora.
Vivi in un 6 tatami ( sei tatami indica la misura dei monolocali minimi a Tokyo, in mq è ... pochissimo ! ) ?
No, in un 6 tatami e mezzo, sono un privilegiato (risata).
Verso le 7 sono già sul tatami per la prima ora dei beginner e dopo faccio l’ora regular seguente. Finisco l’allenamento alle 9 ed alle 9.30 sono fuori dall’Hombu.
Ma la lezione del Doshu delle 6.30 ?
L’ho fatta spesso, ma ora sono diventato un po’ più pigro. Alle 10.00 comincio a lavorare al ristorante e finisco alle quattro. Mangio qualcosa ed alle 5 sono di nuovo all’Hombu sino alle 20.00. Poi vado a fare Judo o BJ sino alle 22.00.
Poi cena ed a dormire. Così tutti i giorni dal lunedì al sabato.
Nicola, sei pazzo ?
Sì, a modo mio sì.
Quali sono i Sensei che ti sono piaciuti all’Hombu all’inizio ?
Sicuramente Miyamoto Sensei, che adesso seguo più di tutti. Con gli altri Sensei spesso mi sono trovato in difficoltà all’inizio. L’aikido che mi mostravano era potente e vivo, incentrato molto di più sulla sostanza che sulla forma ed a volte non mi sentivo adeguato. Poi era molto nuova per me l’utilizzo dello jiyu-waza ( pratica libera di tutte le tecniche conosciute per un attacco definito), che rispetto alla mia esperienza italiano era molto più presente.
E quindi oltre a Miyamoto ?
Seguo Yasuno Sensei con passione, poi il M° Osawa di cui ho una grande stima sia come aikidoka sia come uomo, ed anche Sugawara Sensei.
Dimmi qualcosa di Sugawara Sensei che credo non sia molto conosciuto.
Sugawara Sensei propone uno studio dell’Aikido molto lineare dal punto tecnico seguendo la linea del Doshu e quindi adatto a tutti, e credo che crescerà ancora. Ma ciò che lo contraddistingue è l’attenzione al centro, e la sua velocità e potenza di esecuzione. Spesso rende molto difficile fare ukemi per lui.
Adesso dimmi di Miyamoto sensei, recentemente ti ho visto a lezione fargli da uke e prendere qualche schiaffone da lui.
(risata) si Miyamoto è così, a volte.
Miyamoto è fantastico. Il suo è un Aikido difficile, ma che mi ha dato tantissimo, e spero di imparare il più possibile nel tempo che rimarrò qui.
Dopo tre anni passati all’hombu sento ancora la necessita di seguire il suo lavoro, anche per essere in grado di seguire gli altri sensei dell’hombu. La caratteristica principale del suo lavoro è il lavoro sull’ukemi. Credo che in tutto questo periodo con lui ho imparato più cosa significhi fare da uke in modo corretto ed attivo più di quanto abbia appreso a “fare” le tecniche come Tori.
Poi, e conta anche questo, Miyamoto è un Sensei con una carica umana straordinaria.
All’hombu ho visto aikidoka in pianta stabile da tutto il mondo ma pochi italiani, perché secondo te ?
Sai è difficile rispondere. In Italia è molto radicato tra i praticanti l’aikido che ha portato decenni fa il M° Tada, ed io non mi dimentico che è grazie a lui che mi sono appassionato all’Aikido. Allo stesso tempo la presenza di una sola impostazione può avere creato una forma di non-apertura alla novità, novità rappresentata soprattutto da quei 7° e 8° Dan che visitano molti altri paesi negli ultimi 30 anni e che, portando impostazioni diverse tra loro, hanno facilitato una maggiore flessibilità.
Secondo ci sono degli Italiani che vorrebbero venire qui a studiare Aikido ?
Molti.
Cosa ti sentiresti di dirgli ?
...fregatevene del costo del biglietto aereo (risata), e se poi vi accontentate di tatami e futon è fatta.
L'ultima domanda che faccio sempre: qual'è la tua tecnica preferita ?

Kokyunage. Ma quello di Myamoto Sensei però...


Grazie Nicola.
Grazie a te.

9 commenti:

Claudio ha detto...

Complimenti per il tuo Blog!!!!Veramente bello!!!!Mi sono permesso di inserire il tuo link nello spazio preferiti nel mio!!!
http://sottoilciliegio.blogspot.com/
A presto!!!

Simone Bricco ha detto...

Arigato ;)

Anonimo ha detto...

Io vorrei tanto sapere se l'aikido è effettivamente efficace o è valido solo per dimostrazioni.
In tutti i video si vedono dimostrazioni di difesa ad attacchi improbabili ... avessi visto un video dove una cintura nera di aikido neutralizza un bel pugno diretto al viso! Se ne avete di video cosi, postatemi il link!!

Simone Bricco ha detto...

Efficacia per cosa ?

Combattimenti all'ultimo sangue, risse in strada, incontri UFC, etc etc...

Quella sull'efficacia è un'enorme pippa, sempreverde però a quanto sembra.
Per l'Aikido posso dire solo una cosa: visto dall'esterno a volte mi vien male per quanto sembri falso, telecomandato, una specie di danza innocua .
Quando lo pratico no.
I video poi significano zero, le cose e le persone vanno "toccate" .
Arigato

Sbaguz ha detto...

Simone, Simone...
Quella dell'efficacia non è una pippa, ma un argomento su cui semplicemente si potrebbe discutere in eterno... Prendiamone atto: l'Aikido è un'arte marziale. Diversa da tutte le altre, con delle peculiarità indiscutibili, ma resta un'arte marziale. Non mi sembra che sul tatami si facciano degli origami o dell'ikebana, ma (dolorose) leve articolari, proiezioni, simulazioni di pugni e altri colpi, cadute, etc... . La sua principale peculiarità? L'Aikido è quello che ciascuno di noi vuole che sia... Qualcuno vuole viverlo come arte di armonizzazione mente/corpo? Benvenuto! Qualcuno vuole viverlo come una sorta di danza? Benvenuto! Qualcuno vuole viverlo come sistema di autodifesa? Benvenuto anche lui! Amo sempre meno chi si ostina a negare con talebana fermezza la marzialità dell'Aikido. Tutto sta a come lo si vuole vivere e a come ci si allena e probabilmente alla scuola in cui ci si riconosce... Ma l'Aikido è efficace contro un attacco reale? Mah!!! ;)

marianne ha detto...

Appena fatto uno stage con Miyamoto Sensei a Lione
( 6,7,9 novembre 2009 ), condivido il punto di vista: Maestro straordinario per lo studio di Uke e persona umanamente profondamente generosa. E' stato uno stage veramente ricco sotto tutti i punti di vista!

Marianne Boutrit ( Aikikai Corsico )

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

bello il blog !

Vincenzo Mattiolo ha detto...

Il tuo blog è bellissimo! Ti prego di non chiuderlo, perchè va al di la di quelli "montati", che si credono dei in terra...è fresco, interessante e divertente. Bravo. Se ti andasse, un dì, sarai gradito ospite all'a.p.s. italia, ad Enna.
, M. Morgano, scuola kobayashi. Se vuoi,, mi (ci) trovi su FB