giovedì 30 maggio 2019

Come la Nike..Just AikiDo it !


BeLLo, no ?


...è un vero piacere vedere come si evolve e si diffonde il verbo dell'Aikido in rete, vedo una cura in questo video di altissimo livello...come la Nike, appunto.


Ed è Vimeo, non You Tube.
Avanti così ! 

AÏKIDO - la confiance en moi from Agence Dojo on Vimeo.

sabato 4 gennaio 2014

Perché continuo a praticare Aikido.

****** AVVERTENZE E CONTROINDICAZIONI ******


  1. Questo post non sarà nè breve nè sintetico.
  2. Sarà slegato, non scorrevole.
  3. Questo post potrebbe essere di qualche valore solo per me stesso, e per i 3/4 gatti che mi sono vicini nella vita.
  4. Per tutti gli altri: se almeno una volta non ti sei mai fortemente eccitato con la fantasia di essere un uchi-deshi all'hombu, la lettura di questo post potrebbe risultare estremamente pallosa. E, a pensarci, anche chi ne ha avute di fantasie simili potrebbe trovarlo palloso.
  5. Per chi mi detesta, al di là delle lungaggini, si possono trovare utili indicazioni per farlo ancora di più.
  6. L'autore del blog (io) declina ogni responsabilità. E questo già da molto tempo.

domenica 14 settembre 2008

Facce da Hombu: Nicola Rossi

Gomenasai, gomenasai ( ovverosia scusa all’ennesima potenza), avevo detto che avrei chiuso il blog una volta tornato in Italia, ma che avrei prima trascritto un’intervista con un ragazzo italiano che da più di tre anni vive, lavora e studia Aikido all’hombu a Tokyo, insieme ad una piccola, semi-seria, guida all’Hombu dojo. Invece l’ultimo post data 27 Novembre 2008... a mia difesa posso dire che dopo un anno passato in giro per il mondo, il rientro in Italia è stato “pesantuccio” e, in qualche modo, non me la sono sentita più di scrivere niente. Ora che ho fatto pace con l’Italia, Milano, il lavoro, la tangenziale est, il TG 1 ed altre amenità simili sono pronto a onorare alla mia promessa.

Il ragazzo italiano si chiama Nicola Rossi, viene da La Spezia, ed è stato una preziosa fonte di informazioni mentre ero in Giappone. L’intervista è nata dalla constatazione che all’hombu c’è una nutrita pattuglia di stranieri di diverse nazionalità, ma d’italiani ce ne sono solo 2 ! e quindi mi è venuta voglia di premiare chi, lasciando tutto e tutti, si è imbarcato in un’impresa così ardua di trasferirsi a Tokyo per studiare Aikido ed allo stesso tempo lavorare per mantenersi. E lavorare con i giapponesi non è esattamente una passeggiata di salute. Tra l'altro a Maggio maggio Nicola mi ha scritto che Ito Sensei lo aveva scelto come uke per l'embukai al Nippon Budokan, un onore non da poco.
26 Settembre 2007, Tokyo, Ichigaya Yakuoji, Casa mia e di Rossana.
Nome
Nicola
Cognome
Rossi
Professione
Maggiordomo (risata) ... no scherzo, cameriere in un Ristorante spagnolo...in Giappone.
Hobby ?
Aikido, Judo, BJ ( brasilian Ju-Jitsu)
Quando hai iniziato a fare Aikido ?
Sette anni fa a La Spezia, dojo “Nippon” con il M° Zoppi, seguendo la linea del M° Hosokawa.
E, come ti è venuto in mente di venire in Giappone a studiare Aikido ?
Approfondendo la pratica in Italia con il M° Zoppi mi sono appassionato all’Aikido, poi dopo i primi incontri con il M° Tada ai suoi stage è nata l’idea di venire a vedere e conoscere direttamente il posto dove si sono originate le arti marziali nipponiche. Dopo la laurea ho fatto il primo viaggio a Tokyo, un po’ per premiarmi un po’ per mettermi alla prova.

lunedì 26 novembre 2007

Micro-guida al pianeta hombu per aikidoka intergalattici.

Un po’ ci ho pensato se valeva veramente la pena di scrivere questa semi-seria guida all’Hombu, più esperti potrebbero farlo meglio, non contando che, in veste d’inesperto, chissà quali castronerie potrei scrivere ed essere pubblicamente, non mi viene il termine…sputtanato, forse ?
Quando ho deciso di scrivere il blog sulla mia esperienza all’Hombu la motivazione è stata molto semplice: un blog del genere non l’avevo trovato quando cercavo informazioni per preparare il mio viaggio in Giappone, ne avevo trovato uno simile di un americano che aveva raccontato la sua esperienza di principiante d’Aikido, ma non era la stessa cosa, la persona in questione era venuta a Tokyo per lavoro e dopo aveva deciso di provare praticare Aikido, quindi con un punto di vista troppo “vergine” per la mia fame d’informazioni. Tra l’altro dopo la mia esperienza posso dire che molte cose non sono esatte, o, perlomeno, non sono esattamente ritratte per come io ho le ho viste.
Lo stesso vale per questa micro-guida, l’avrei letta in un fiato se l’avessi trovata in Rete; perciò alla fine scrivo qualcosa che avrei voluto che qualcun altro avesse scritto.
Un’avvertenza: se siete di quelli che stanno pianificando un viaggio a Tokyo per praticare Aikido, e, ulteriormente, siete anche di quelli che le cose le vogliono scoprire da soli, un tipo di persone che ammiro ma che non mi assomiglia punto, allora non continuate la lettura, vi brucereste il piacere di fare da soli, appunto. Per tutti gli altri, buona lettura.
Una seconda avvertenza, vi siete già stufati immagino, per non essere ingiusto verso il posto e le persone che lo animano, dovrò giocoforza incrociare due punti di vista differenti, fare un po’ di flash-forward, il contrario del flash-back: la distanza tra il modo in cui ho visto/giudicato la prima volta le cose e come le vedo ora a volte è così grande che sarei ingiusto a riportarne solo uno dei due.
Da dove si comincia ? ma dall’ingresso e dalla reception naturalmente ! do per scontato che una volta letto l’indirizzo dell’ Hombu Dojo, d’ora in poi solo HD, sul sito web siate stati capaci di raggiungerlo con un po’ di pazienza e mappa del metro di Tokyo in mano, se così non fosse stato…direi che forse è il caso di rivedere le vostre priorità di apprendimento prima di affrontare la pratica dell’Aikido.
Arrivata in loco ci si trova davanti ad un edificio che assomiglia più al quartiere generale di una fabbrica di tessuti del comasco più che al centro mondiale dell’Aikido, ma non deprimetevi, una volta cominciato a praticare con un filo di regolarità vedrete che incomincerete inopinatamente ad amarlo quel casermone grigio a 3 piani( 4 per i giapponesi, ma di questo parleremo dopo).

giovedì 27 settembre 2007

La vera natura della hombu dojo...

io non ve la posso dire ;-) 6 mesi sono niente in Giappone, come mi è stato detto più volte il minimo per "iniziare" a capire sono 3 anni, ed io non me li posso permettere. Però posso riportare quello che ho visto e sentito.

Non ho girato tutti i dojo nel mondo per cui non posso essere sicuro al 100% di quello che dico, ma credo che l'Hombu, inteso come comunità di praticanti, edificio, tatami ed infine i Sensei, sia un posto unico per chi ama praticare l'Aikido. Non è che si respiri un'aria particolare, all'inizio sembra tutto sin troppo ovvio e banale, e non è neanche che i praticanti siano il massimo che si possa trovare molto spesso, ma...ma la concentrazione e continuità di allenamento che questi tatami hanno visto e vedono a mio avviso danno qualcosa di invisibile ma in qualche modo tangibile al praticante. Ci vuole del tempo però per apprezzarlo, non basta una visita di poche settimane ahimè. Senza fare troppa filosofia, ed utilizzando esperienze che altri hanno fatto, non io, si può dire che il lato OMOTE dell'Hombu Dojo è facilmente raggiungibile, quello URA un po' meno. E questa questione dell'URA e dell'OMOTE sembra essere caratteristica di tutta la vita giapponese non solo dell'Aikido.

Ed a me cosa rimane nel gi dopo questo periodo ?