lunedì 26 novembre 2007

Micro-guida al pianeta hombu per aikidoka intergalattici.

Un po’ ci ho pensato se valeva veramente la pena di scrivere questa semi-seria guida all’Hombu, più esperti potrebbero farlo meglio, non contando che, in veste d’inesperto, chissà quali castronerie potrei scrivere ed essere pubblicamente, non mi viene il termine…sputtanato, forse ?
Quando ho deciso di scrivere il blog sulla mia esperienza all’Hombu la motivazione è stata molto semplice: un blog del genere non l’avevo trovato quando cercavo informazioni per preparare il mio viaggio in Giappone, ne avevo trovato uno simile di un americano che aveva raccontato la sua esperienza di principiante d’Aikido, ma non era la stessa cosa, la persona in questione era venuta a Tokyo per lavoro e dopo aveva deciso di provare praticare Aikido, quindi con un punto di vista troppo “vergine” per la mia fame d’informazioni. Tra l’altro dopo la mia esperienza posso dire che molte cose non sono esatte, o, perlomeno, non sono esattamente ritratte per come io ho le ho viste.
Lo stesso vale per questa micro-guida, l’avrei letta in un fiato se l’avessi trovata in Rete; perciò alla fine scrivo qualcosa che avrei voluto che qualcun altro avesse scritto.
Un’avvertenza: se siete di quelli che stanno pianificando un viaggio a Tokyo per praticare Aikido, e, ulteriormente, siete anche di quelli che le cose le vogliono scoprire da soli, un tipo di persone che ammiro ma che non mi assomiglia punto, allora non continuate la lettura, vi brucereste il piacere di fare da soli, appunto. Per tutti gli altri, buona lettura.
Una seconda avvertenza, vi siete già stufati immagino, per non essere ingiusto verso il posto e le persone che lo animano, dovrò giocoforza incrociare due punti di vista differenti, fare un po’ di flash-forward, il contrario del flash-back: la distanza tra il modo in cui ho visto/giudicato la prima volta le cose e come le vedo ora a volte è così grande che sarei ingiusto a riportarne solo uno dei due.
Da dove si comincia ? ma dall’ingresso e dalla reception naturalmente ! do per scontato che una volta letto l’indirizzo dell’ Hombu Dojo, d’ora in poi solo HD, sul sito web siate stati capaci di raggiungerlo con un po’ di pazienza e mappa del metro di Tokyo in mano, se così non fosse stato…direi che forse è il caso di rivedere le vostre priorità di apprendimento prima di affrontare la pratica dell’Aikido.
Arrivata in loco ci si trova davanti ad un edificio che assomiglia più al quartiere generale di una fabbrica di tessuti del comasco più che al centro mondiale dell’Aikido, ma non deprimetevi, una volta cominciato a praticare con un filo di regolarità vedrete che incomincerete inopinatamente ad amarlo quel casermone grigio a 3 piani( 4 per i giapponesi, ma di questo parleremo dopo).


Se avrete fatto come me girerete attorno all’entrata con fare noncurante, fingendo di essere un amante dell’architettura giapponese, per almeno 5 minuti prima di decidervi ad entrare, dopo che avrete visto almeno 30 persone, jap e gaijin, zaino in spalla varcare la fatidica porta a vetri.
Varcatela pure questa soglia che arriverete al primo ostacolo : la reception. Se avete fatto i compiti a casa sapete già che chiunque per praticare all’HD deve registrarsi, pagare, ed avere la tessera, dopodichè potrete praticare anche solo un giorno come visitor al modico costo di 1500 yen, all’ incirca 11 Euro per noi europei. Di solito al di là del bancone ci sono almeno due amene signorine giapponesi che di fronte ai vostri tentativi di parlare inglese opporranno una silenziosa ma tenace resistenza. Voi enuncerete, a seconda del vostro livello di conoscenza, svariate frasi in inglese, e vi sembrerà che esse si risveglino dal loro torpore solo di fronte ad alcune parole chiave, soprattutto “pay”, e lo capirete con certezza perché con grande abilità digiteranno la cifra dovuta su di una calcolatrice girandola poi verso di voi in modi che sappiate con esattezza da quanti yen vi dovete separare per soddisfare il vostro sogno di aikidoka. Fatta la tessera e pagato potrete finalmente togliervi le scarpe ed accedere al corridoio principale.
Ora dopo 6 mesi cosa posso dire ? che sono diventato amico delle famigerate signorine ? no, questo no, però qualche sorriso in più dopo mesi di frequentazione l’ho guadagnato, soprattutto dopo che un giorno un uchideshi mi ha accompagnato in reception con l’occhio pesto e sanguinante, guadagnato durante una lezione di Miyamoto sensei, a prendere del ghiaccio spray, da quel momento ogni volta che mi incontravano in giro all’HD si informano sullo stato di salute del mio occhio, anche dopo che tutto era passato e non c’erano più segni. A proposito del mio occhio c’è da dire una cosa divertente, per qualsiasi infortunio capiti sul tatami, i sensei, a me è successo con, nell’ordine, Osawa, Sakurai e Seki ( mesi duri questi all’HD per il mio povero corpo), hanno un riflesso condizionato: dicono “ Ice spray” indicando con il dito verso il basso verso la reception, prima ancora di informarsi di che cosa sia successo, credo lo considerino una specie di panacea universale evidentemente. C’è da dire una cosa sul ghiaccio secco dell’HD, fa schifo e non serve niente, ne ho avuto la conferma quando ho cercato di comprarne dell’altro in una sorta di drugstore non lontano dall’HD, ho riconosciuto sugli scaffali la stessa marca che hanno loro: un primo prezzo. No comment.


Da ultimo va detto che è buona regola salutare in entrata ed uscita verso la reception, non è risolutivo ma aiuta il lungo processo di conoscenza reciproca. Funziona così:
IL MATTINO: “Ohaiogozaimas”
IL RESTO DEL GIORNO “ Konnichiwa”
DOPO LE 6 DI SERA “Kombanwa”
Per quanto riguarda l’uscita invece la cosa è più sofisticata: sul bancone della reception dopo la pratica sono allineate le tessere di quelli che sono stati presenti, nel ritirare la vostra un “ARIGATO GOZAIMASU o GOZAIMASHITA” è buono, se poi ci aggiungete un “SHITSUREI SHIMASU” accompagnandolo con un inchino leggero, non esageriamo siamo pur sempre occidentali, la riuscita è assicurata. Dimenticavo di dire che, una volta ottenuta la tessera la prima volta, quando ritornerete per un’altra pratica non mostratela alla signorina come per dire “ eccola, ce l’ho” e men che meno fatele il gesto di dargliela, sempre sul famigerato banco c’è una cesta di plastica marrone, mettetela lì e ci penseranno le signorine a sistemarla.
(continua)

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